Immaginate il vostro archetipo di fumetto, il Fumetto, quello che avete letto sin da ragazzini. Nel mio caso si tratta di Topolino, ma può essere anche Tiramolla, o gli Alan Ford dei cugini più grandi. L’Uomo ragno, per alcuni. Qualunque essa sia, concentratevi sulla vostra idea di Fumetto e poi ribaltatela: ecco Habibi.
La graphic novel di Craig Thompson ribalta completamente quell’universo leggero e univoco, delle onomatopee e dei punti esclamativi. Habibi parla di sesso e povertà. Di sfuttamento e di perversione. Della Bibbia e del Corano. E di Dio, molto.
Habibi è come il frutto dell’albero proibito: una tentazione continua, un leggero disgusto.
Habibi è un groppo in gola, contornato da elegantissima calligrafia.
Habibi è quel sogno che vi ha turbato e che continua a tornarvi in mente.
E in più c’è l’arcangelo Gabriele, ci sono i predoni e la scrittura con l’inchiostro. Le lettere arabe e le schiavette vendute. L’oppio, i sultani e le gravidanze.
E’ un libro che ci ha messo più di sei anni per essere disegnato, e io avrei detto molti di più.
E’ un libro da leggere, soffermandosi su ogni tavola. Una raccolta di quadri – ma non li vorreste esporre tutti in salotto.
Cercatelo: e fateci un viaggio insieme, nel deserto.
Il fumetto é un’arte sempre troppo sottovalutata
Solamente gli ignoranti (e in Italia abbondano!) possono associare ancora nel 2013;il solito abbinamento del fumetto/roba per bambini.
Per chi vuole uscire dai soliti luoghicomuni consiglio di leggere artisti come:
David B, Baudoin, Gipi, Manuele Fior, Eisner, Vives, Bilal, Reviati, Joe Sacco, Deslise, Igort, Mazzucchelli, tanto per citarne alcuni.
Se non li avete mai letti datevi una svegliata perchè vi state perdendo delle grandi storie.