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Dieci dritte dal “Manuale per vincere le elezioni”

25 Feb

bar sport sapin

1. Trovatevi qualcuno di poco celebre per gestire il flusso delle celebrità.

2. Il panorama esotico fuori dalla finestra non conta. Quello che conta è il muro grigio che fate riprendere al cineoperatore (o viceversa).

3. Nel caso non abbiate una coda di almeno 100 persone ovunque andiate, beh, ritiratevi subito.

4. Potete radunare un esercito di blogger in sala stampa per il commento in diretta, ma non vi aspettate che interagiscano tra loro (Facebook a parte).

5. Se siete candidati di sinistra non potete viaggiare in prima. O meglio, potete viaggiare in prima ma dovete salire e scendere dalle carrozze di seconda.

6. Il vostro avversario vuole organizzare un evento in un dato quartiere? Prenotate tutte le sale papabili, e poi non usatele neppure.

7. Lasciate perdere le chiacchiere da bar: la verità popolare fa male, anzi: malissimo.

8. Il momento il cui starete stragnocchiando carote in déshabillé sarà quello in cui i giornalisti vorranno fare irruzione.

9. Sì, i gadget per i sostenitori ci stanno. No, i biscotti del partito no.

10. E non dimenticate che twittano, oh se twittano.

hollande

Le dritte sono state ispirate da Manuale per vincere le elezioni di Mathieu Sapin  (l’edizione italiana è di Bao), che segue la campagna presidenziale di François Hollande del 2011. Nel caso cerchiate una recensione più ortodossa godetevi quella di Andrea su Kaboom. Vive la France!

Habibi, il lato oscuro (e dolce) del non-fumetto

13 Feb

habibi

Immaginate il vostro archetipo di fumetto, il Fumetto, quello che avete letto sin da ragazzini. Nel mio caso si tratta di Topolino, ma può essere anche Tiramolla, o gli Alan Ford dei cugini più grandi. L’Uomo ragno, per alcuni. Qualunque essa sia, concentratevi sulla vostra idea di Fumetto e poi ribaltatela: ecco Habibi.

La graphic novel di Craig Thompson ribalta completamente quell’universo leggero e univoco, delle onomatopee e dei punti esclamativi. Habibi parla di sesso e povertà. Di sfuttamento e di perversione. Della Bibbia e del Corano. E di Dio, molto.

Habibi è come il frutto dell’albero proibito: una tentazione continua, un leggero disgusto.

Habibi è un groppo in gola, contornato da elegantissima calligrafia.

Habibi è quel sogno che vi ha turbato e che continua a tornarvi in mente.

E in più c’è l’arcangelo Gabriele, ci sono i predoni e la scrittura con l’inchiostro. Le lettere arabe e le schiavette vendute. L’oppio, i sultani e le gravidanze.

E’ un libro che ci ha messo più di sei anni per essere disegnato, e io avrei detto molti di più.

E’ un libro da leggere, soffermandosi su ogni tavola. Una raccolta di quadri – ma non li vorreste esporre tutti in salotto.

Cercatelo: e fateci un viaggio insieme, nel deserto.

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Qui il sito internet ufficiale di Habibi.

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