Ci sono primi libri che sanno di nostalgia per se stessi (e non è una critica).
C’è una nostalgia feroce che si può avere per se stessi a vent’anni e forse non la si prova così forte se non quando si hanno i vent’anni stessi (certe immagini a fuoco, certe immagini sfuocate, certe parole per diventare ricordi).
Il primo romanzo di Jennifer Egan è così: fatto per essere un primo romanzo, il romanzo delle nostalgie. C’è il viaggio in Europa (molti viaggi in Europa), ci sono i figli dei fiori, le droghe, la Germania dell’Est e la Germania dell’Ovest, uno zaino troppo pesante, la nebbia di San Francisco. Una successione di cartoline da presenti diversi, da portarsi dietro e spedire qui e là.
Un libro come punto di partenza, e per quello piacevole.
(Di Guardami non ho ancora scritto: diciamo di base che è una questione di tempi, andava letto nel 2002 e non nel 2012. Mea culpa. E tuttavia, The Invisible Circus sembra meno invecchiato, mentre Facebook e l’attacco alle torri gemelle hanno superato a destra Look at me.)
Insomma, The Invisible Circus è il classico libro di cui avrete nostalgia. Non c’è bisogno di dirvi di ascoltare questa, vero?
The Invisible Circus di Jennifer Egan è edito in Italia da Piemme con il titolo La figlia dei fiori, ora fuori catalogo (ma forse disponibile in qualche biblioteca ben fornita).
Nel caso ti interessi Jennifer Egan ti consiglio di scoprire anche i suoi scritti gratuiti online e divertirti con il domino da ritagliare ispirato a Il tempo è un bastardo (per le mie modeste letture Libro dell’Anno 2012).